Ultima modifica: 5 Gennaio 2016
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Premio Unioncamere “Scuola, Creatività e Innovazione” – a.s. 2005/2006

7 dicembre 2006

logo_premioscuola_ridIl Premio Unioncamere “Scuola, Creatività e Innovazione”, istituito dall’Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, nasce nel 2005 con le finalità di promuovere, sviluppare e coltivare nei giovani delle scuole medie superiori una propensione al pensiero creativo e all’innovazione. Non solo: il Premio mira anche a sensibilizzare il mondo della scuola sulla rilevanza, per la crescita sociale ed economica dei territori, di un percorso educativo che tenga conto di temi quali appunto la creatività, l’innovazione e la tutela della proprietà intellettuale.
L’iniziativa dedicata alle scuole si compone di due Sezioni e ha come oggetto l’ideazione, per iniziativa di gruppi di studenti coordinati da un docente, di un prodotto o di un servizio innovativo. Sia che si partecipi alla Sezione “Prodotti innovativi” o alla Sezione “Servizi innovativi”, l’idea deve presentare anche elementi concreti di fattibilità e sostenibilità economica.
La prima edizione ha visto la partecipazione di 130 Istituti di scuola media superiore e la presentazione di 115 progetti, mentre alla seconda hanno aderito 167 Istituti che hanno presentato complessivamente 127 idee innovative tra prodotti e servizi.
Il Premio Unioncamere ha conseguito risultati sorprendenti, sia per il numero di adesioni sia per la qualità delle idee presentate dalle scuole, anche per merito dell’operare delle numerose Camere che hanno promosso l’iniziativa presso tutti gli Istituti scolastici della provincia e messo a disposizione i propri Uffici Brevetti.
Complessivamente, il Premio Unioncamere “Scuola, Creatività e Innovazione” prevede la consegna di sei riconoscimenti: 3 per la sezione prodotti innovativi e 3 per quella servizi innovativi.

All’edizione 2006 del Premio Unioncamere “Scuola, Creatività e Innovazione”, per la sezione prodotti,
la 1^idea classificata è stata quella presentata dall’Istituto Tecnico Industriale “Augusto Righi” di Chioggia (VE):

SLOT MACHINE ECOLOGICA – ENVIRONMENTAL SLOT MACHINE

Sintesi del progetto
Nelle scuole vengono utilizzate quotidianamente migliaia di lattine di alluminio contenenti bevande. La raccolta differenziata non sempre avviene correttamente, determinando enormi sprechi e danni ambientali. Il prodotto innovativo “Slot machine ecologica” nasce da una presa di coscienza delle problematiche ambientali e punta al riciclaggio dei metalli, in particolare dell’alluminio. Il prodotto, semplice nel suo insieme, è costituito da una slot machine con combinatore elettronico e da una piccola pressa manuale posta all’interno. Il funzionamento è semplice: una volta inserito il barattolo e chiuso il portello di sicurezza, si dovrà azionare manualmente una leva. Questo darà il via alla pressatura e azionerà il gioco. Il barattolo, così pressato, cadrà nella parte sottostante contenente un bidone estraibile solo dal personale addetto, attraverso un portello a chiave. La combinazione casuale potrà determinare la vincita di un gettone, destinato, per esempio, all’acquisto di un’altra bevanda o di un altro premio.

La parola ai protagonisti
“Rispondere semplicemente ad una qualsiasi esigenza sorta in un qualsiasi contesto”. Il senso dell’innovazione, secondo Roberto Donin, docente tutor dell’Istituto tecnico industriale “A. Righi” di Chioggia (Ve) sta tutta in questa capacità di tradurre in un prodotto o in un servizio un bisogno proveniente dalla società.
Una sintesi efficace dell’approccio che le 167 scuole medie superiori partecipanti al Premio Unioncamere “Scuola, creatività e innovazione” hanno tenuto nelle settimane di ideazione, selezione, progettazione dell’idea.
Un percorso formativo giudicato di grande impatto sulle menti dei giovani aspiranti inventori, costretti a cimentarsi non solo con problematiche tecniche e operative nuove rispetto a quelle oggetto del tradizionale programma scolastico, ma a sollecitare e mettere in gioco la propria creatività, incanalandola nel sentiero della reale fattibilità dell’idea.
Poca astrazione e molta concretezza nel lavoro degli studenti che si sono aggiudicati i Premi messi in palio da Unioncamere, esattamente come auspicato dagli ideatori dell’iniziativa: promuovere, sviluppare e coltivare nei giovani una propensione al pensiero creativo e all’innovazione, sensibilizzando il mondo della scuola sulla rilevanza, per la crescita sociale ed economica dei territori, di un percorso educativo che tenga conto di temi quali appunto la creatività, l’innovazione e la tutela della proprietà intellettuale.
Individuare il bisogno da soddisfare è uno dei punti di qualificanti dei differenti progetti. Definito il bisogno, infatti, si chiarisce il target di riferimento e sui gusti e sulle peculiarità di quest’ultimo si modula lo sviluppo dell’idea innovativa. Riferisce il professor Donin “la vera Domanda che si sono posti due studenti: cosa potrebbe influire positivamente sui comportamenti, sulle abitudini ormai consolidate, in modo significativo, se non addirittura prorompente?”, nello specifico, come fare in modo che gli studenti delle scuole imparino – invogliati da un gioco – a smaltire correttamente le lattine usate, a tutto vantaggio dell’ambiente? “La strategia – dice Donin – era quella di rendere i comportamenti avvincenti e socialmente corretti, semplicemente partecipando al gioco: Chi è Bravo Vince! Questa è, o potrebbe essere, la tag-line dell’innovazione”.
Una bella esperienza
Secondo Roberto Donin, “Unioncamere ha offerto una grande occasione al mondo della scuola, stimolando creatività e spirito di iniziativa negli studenti e favorendo, altresì, sia un attivo scambio di idee, sia un proficuo lavoro di gruppo, all’interno della realtà scolastica.
La scarsa, o totale mancanza di iniziative, che coinvolgano e inneschino una sana competitività, è probabilmente la causa principale della generalizzata apatia che investe i nostri studenti e, più in generale, l’intera società. La scarsissima produzione italiana di brevetti, o le esigue risorse destinate alla ricerca, sono il risultato di un insufficiente interesse verso il mondo della scuola, concepito, nella mentalità comune, come voce di spesa e non, più saggiamente, come voce di investimento.”

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